La presenza degli stranieri nel nostro territorio: tra impegno alla solidarietà e nuovi interrogativi
12 Maggio 2021La presenza ormai molto significativa dei migranti sul nostro territorio diocesano, ci porta a fare alcune importanti considerazioni circa numerosi aspetti.
Innanzitutto è bene riconoscere che oramai si tratta non più di singoli o sparuti gruppi, bensì di vere e proprie comunità con nuclei familiari e di diverse etnie.
Ciò comporta una seria presa di coscienza che non può lasciare indifferenti le nostre comunità… Occorre intensificare prima di tutto il lavoro ad un livello culturale ed educativo per smontare ogni mentalità, purtroppo esistente anche tra le nostre comunità, di discriminazione, razzismo e intolleranza se non addirittura di sfruttamento.
Occorre agire, come pastori e come Chiesa, nel senso di una vera e propria conversione verso una cultura ed una sensibilità dell’accoglienza, dell’integrazione, dello scambio reciproco, del riconoscimento dei medesimi diritti e doveri e ovviamente anche della solidarietà e assistenza verso le numerose esigenze non sono soltanto di carattere strettamente materiale.
In questa lettera intendiamo mettere in luce soprattutto una realtà che forse non è abbastanza tenuta in considerazione: quella delle numerose badanti e assistenti domestiche che lavorano a servizio dei nostri anziani e nelle nostre famiglie.
Come già anticipato, le esigenze non sono solo di carattere materiale poiché nella maggior parte dei casi si tratta di lavoratrici regolarmente assunte e retribuite, ma c’è bisogno di attenzione su altri tipi di esigenze un po’ disattese e che vanno dall’assistenza spirituale a quella morale.
Intanto l’assistenza spirituale.
Molte, se non tutte, le assistenti per anziani o collaboratrici domestiche presenti nei nostri paesi, sono di religione cristiana ortodossa e, anche se, come avviene pure tra i cattolici, alcune lo sono soltanto di tradizione, molte invece sentono l’esigenza di vivere la fede non solo in una dimensione strettamente personale bensì anche comunitaria.
È vero che non possono ricevere i sacramenti in via ordinaria nella Chiesa cattolica, (possono farlo solo in alcune circostanze e secondo alcune particolari disposizioni, per cui rimando a questo proposito, al vademecumche l’ufficio diocesano per l’ecumenismo ha fornito a tutte le parrocchie, oppure vi invito a non prendere decisioni estemporanee circa la prassi sacramentale, ma a fare riferimento al direttore dell’ufficio diocesano per l’ecumenismo).
Tuttavia è opportuno che le comunità parrocchiali si facciano promotrici di momenti di preghiera e di scambio culturale in cui la parrocchia diventa luogo di ritrovo e di fraternità tra loro e con noi.
Si può pregare insieme, si può dialogare, ma soprattutto ci si può incontrare e questa è una necessità che viene espressa soprattutto dalle comunità rumene o bulgare, ma vale anche per gli altri, anche per i non cristiani,come i tanti nostri fratelli provenienti dalle varie parti dell’Africa.
Non possiamo non sottolineare come ormai il nostro porto di Leuca sia luogo di attracco di numerose imbarcazioni cariche di migranti provenienti prevalentemente dalla Turchia.
Un altro campo di interesse è il rapporto tra datore di lavoro e badante. In questo caso non entriamo in ambito di contratti e accordi lavorativi non è nostra competenza, ma è necessario che ci sia un interesse circa i rapporti umani tra datore di lavoro, che è nostro parrocchiano, e lavoratrice straniera in cui si instauri un clima di amicizia, familiarità,libertà anche di poter vivere con serenità quei momenti di svago e di incontro tra connazionali presenti nello stesso paese o nella stessa zona.
Tutto questo c’è per la maggior parte dei casi,poiché la sensibilità e la cordialità della nostra gente resta proverbiale, ma purtroppo in altri casi si assiste ad una significativa mancanza da parte dei datori di lavoro circa questi aspetti che, se pur non intaccano in alcun mondo l’onestà nella legalità, tuttavia mancano di calore umano che fa del rapporto lavorativo un rapporto di collaborazione e amicizia.
Invitiamo per tanto i pastori e le comunità cristiane della nostra diocesi ad essere facilitatori con ogni mezzo, di questo, anche facendo riferimento ai centri di ascolto della caritas diocesana e dell’ufficio migrantes, presso il centro di Tricase. Il centro di ascolto è attivo da molto tempo e si può fare riferimento al direttore caritas o al direttore migrantes per concordare appuntanti o interventi sul posto, per essere ponte tra la nostra buona gente e le nostre sorelle e fratelli migranti, costruendo sempre più la cultura, anzi la spiritualità oppure, ancora meglio, come dice papa Francesco, la “mistica della carità e dell’accoglienza”.
Tricase, 30 aprile 2021
don Lucio Ciardo, direttore Caritas
don Fabrizio Gallo, direttore Migrantes ed ecumenismo
Orario sportello migranti presso il centro Caritas di Tricase, palazzo ex convento, piazza Cappuccini: lunedì e venerdì ore 09:30 – 12:30. Martedì e giovedì ore 16:30– 19:30